Sintesi del progetto
Un Programma Territoriale Integrato a carattere interprovinciale, a cavallo fra la Provincia di Torino e la Provincia di Cuneo, che abbraccia infatti 26 Comuni di piccola e media grandezza della pianura pinerolese e del basso cuneese, oltre all’Ente Parco del Po, tratto Cuneese, che divide (ma allo stesso tempo unisce) le 2 Province.
Enti locali di differenti colori politici ma che hanno capito di dover pianificare e progettare lo sviluppo del proprio territorio in modo organico ed efficiente, partendo non da ideologie partitiche locali o sovralocali, bensì attraverso un concreto approccio “bottom up”, ovvero dalle reali esigenze della popolazione e del territorio medesimo, caratterizzato appunto dalla vasta area di “pianura” (di qui una parte dell’acrostico utilizzato che dà il nome al Programma Territoriale proposto).
Un’area omogenea, quella oggetto di analisi, di origine prettamente agricola (circa 2.800 aziende agricole per circa 6.000 addetti sul bacino oggetto di analisi), ma che ha saputo “distinguersi”, negli ultimi decenni, grazie a significative “eccellenze” anche in altri settori, soprattutto grazie alla presenza di piccole, medie e grandi imprese (a fronte di circa 430 industrie l’analisi Swot ha stimato al riguardo circa 9.000 addetti occupati) rilevanti per la loro innovazione, molte delle quali hanno già dato il loro assenso partecipando efficientemente al partenariato pubblico e privato attivato proprio con tale Programma, sin dal mese di gennaio 2007.
Il territorio oggetto di analisi ha di per sé una superficie significativa, circa 480 kmq, ed un bacino di circa 58.000 residenti al 31.12.2006.
Un territorio che, se da un lato gode sembra godere di ottima salute, ad esempio grazie ad un significativo incremento del numero di residenti in relazione all’ultimo decennio (+5% dal 1996 al 2006, in controtendenza rispetto ai trend regionali); una certa stabilità occupazionale soprattutto nel comparto agricolo, ma anche in quello industriale e del terziario, dall’altro si trova ad affrontare “minacce” e rischi assolutamente da non sottovalutare (si veda al riguardo la successiva SWOT Analysis proposta, unitamente alle “tavole cartografiche” di supporto alla medesima analisi, condotta fedelmente sull’area di studio, grazie alla raccolta di dati qualitativamente interessanti perché raccolti appositamente, da inizio gennaio ad oggi, per la stesura di tale significativo Programma), basti pensare alla crescita vertiginosa della popolazione residente straniera sul bacino oggetto di studio, soprattutto negli ultimissimi anni (quasi triplicata dal 2000 a fine 2006!) ovvero, soprattutto, alla crisi occupazionale che coinvolgerà direttamente il nostro territorio (vedasi come esempio lampante la crisi della “storica” ex Locatelli di Moretta, ora di proprietà della multinazionale francese Lactalis, che, a breve, porterà al licenziamento di oltre 200 addetti (con la conseguente crisi per un consistente numero di famiglie locali), facendo perdere al bacino oggetto di analisi una sensibile percentuale di “occupabilità” (ora stimabile in circa 23.000 addetti).
Si ritiene che il Programma Integrato che si vuole proporre sia sicuramente innovativo, se non altro perché ha condotto “tavoli di partenariato” concreti che hanno permesso di aggregare partner selezionati, piccole, medie ed anche grandi imprese di rilievo nazionale ed internazionale, nonché la popolazione e le associazioni di categoria interessate al territorio.
Il nostro tentativo, viste anche discutibili modalità di attuazione “in itinere” del bando in oggetto che non hanno fatto altro che favorire i grandi centri a sfavore dei “piccoli lavoratori” (così come ci autodefiniamo), è stato quello di non demordere, di avere aggregato sin dal mese di gennaio (come si evince dai verbali dei numerosi incontri dei tavoli tecnici e politici del presente programma, allegati unicamente in formato elettronico, come richiesto espressamente dalle note metodologiche di attuazione del presente bando), 27 Enti locali che mai prima d’ora avevano lavorato insieme in modo efficiente; avere raccolto (e poi selezionato) idee progettuali efficaci e strategiche per la riqualificazione del nostro territorio di pianura, grazie soprattutto ad un partenariato concreto già in fase di candidatura.
Queste, in estrema sintesi, le innovazioni apportate dal Programma Territoriale Integrato denominato “A.I.R. P.L.U.S. - P.I.A.N.U.R.A” (A.mbiente; I.nnovazione; R.icerca P.er L.o S.viluppo U.rbano S.ostenibile), un documento programmatico (portato avanti con 6 mesi di intensissimo lavoro) sintetizzato con un incrocio di acronimi ed acrostici che, da un lato, richiamano subito ai 4 “Assi” (e alle connesse “misure”) ritenuti strategici per l’attuazione del futuro Programma (strutturato infatti come se fosse un documento programmatico, similmente ai nuovi Programmi Operativi Regionali dei nuovi fondi strutturali europei), cui si riferiranno i singoli progetti e le iniziative proposte (Asse1: Ambiente; Asse 2: Innovazione; Asse 3: Ricerca; Asse 4: Sviluppo Urbano Sostenibile); dall’altro lato, la figura retorica dell’acrostico “P.I.A.N.U.R.A.” che rimanda, metaforicamente e semiologicamente, sia alla nostra identità (che accomuna infatti geomorfologicamente un territorio omogeneo di pianura costituito da 26 Comuni della Provincia di Cuneo e Torino), sia ad una attenta selezione di mezzi, strumenti, strategie, finalità ed obiettivi raggiungibili nel medio periodo (circa 6-8 anni): Per…Innovare (i processi); Accumunare (i bisogni); Negoziare (i progetti); Unire (il partenariato); Rivitalizzare (il territorio); Aumentare (l’occupazione).
I quattro Assi strategici non potevano poi che convergere verso “l’idea guida” principale del Programma, il “focus point” e l’obiettivo prioritario. In tal modo, partendo da un’efficace analisi socio economica del territorio che dimostra ancora una connotata ed indiscutibile vocazione agricola dell’area (vedi dati analisi Swot), il Programma A.I.R. P.L.U.S. P.I.A.N.U.R.A. propone come idea focale e forte la possibilità di raggiungere una efficiente “diversificazione economica sostenibile” di un territorio vocato all’agricoltura e alle filiere agroalimentari (il latte a Moretta, il mais sull’intero bacino, gli innumerevoli allevamenti di cavalli a Vigone e paesi limitrofi, la carne e le mele di Cavour, il cioccolato a None, le erbe officinali di Pancalieri, e così via). Il punto focale è dunque questa possibilità di rendere visibile questa “agricoltura applicata”, nonché “applicabile”, come si vedrà, ai vari assi strategici e a tutte le misure connesse individuate nel Logical Framework Approach (ambiente, turismo, energia, industria, formazione, ecc.).
Un documento programmatico, quello di “A.I.R. P.L.U.S. - P.I.A.N.U.R.A.” strutturato quindi secondo un efficace Logical Framework Approach, strumento che consente di rispettare le linee guida di progettazione proposte dalla Comunità Europea (nonché di monitorare in itinere le iniziative proposte), in merito alla progettazione dello sviluppo locale, che è stato predisposto dopo aver attentamente nalizzato le problematiche individuate, ovvero dopo aver “ascoltato” le esigenze del territorio e che, in parte (nel giro di un solo semestre, da inizio 2007 ad oggi), ha già raggiunto un risultato importante: quello della “condivisione di una metodologia” di lavoro che ha fatto incontrare persone, discutere animosamente, fare scelte importanti per lo sviluppo di un’area fino ad ora poco visibile, ma con indubbie potenzialità. Un programma di sviluppo sostenibile che parte davvero dal basso (approccio “bottom up”), raccogliendo faticosamente dati aggiornati, “idee progetto” opportunamente selezionate, incontri continui fra le amministrazioni e le aziende del territorio.
Un Programma strategico che, inoltre, deve essere visto come complementare, sinergico e collegabile ad altri Programmi Territoriali Integrati (in primo luogo quelli della zona metromontana del sud-ovest del Piemonte: Venaria; Rivoli; Pinerolo per la Provincia di Torino e Saluzzo per la Provincia di Cuneo), con alcuni dei quali si è giunti ad una “dichiarazione di intenti” per una “governace” strategica dell’intero territorio del sud-ovest.
Il tutto sintetizzato, infine, in un logo (ideato appositamente) che riprende il gioco di acrostici “AIR PLUS”, ben adattabili ad un linguaggio universale (l’utilizzo dell’Inglese), nonché innovativo, giovanile, telematico (la “a” a forma di chiocciola dell’era internet accompagnata dal segno grafico +); l’ulteriore acrostico P.I.A.N.U.R.A. funge poi da terreno fertile per una piccola lumaca stilizzata che rimanda metaforicamente ai “piccoli enti” che si sono messi insieme in tale PTI, e che procedono di comune accordo, un passo per volta, per andare lontano. Anche l’utilizzo dei colori sfumati rimandano poi facilmente al verde della pianura e del mondo agricolo; al blu dell’aria (AIR PLUS, appunto) di pianura e al Po, il grande corso d’acqua che attraversa le due Province e una buona parte degli enti coinvolti.
Il lavoro si chiude poi con una citazione di Enrico Mattei, indimenticato fondatore dell’Eni:
“Il futuro è di chi lo sa immaginare”.
Noi, tanti piccoli Comuni, ci abbiamo provato.