La chiesa di Missione costituisce per il complesso e l'importanza degli affreschi conservati il gioiello dell'arte villafranchese.
Nel 1037 Landolfo, vescovo di Torino, donava le quattro chiese del Borgo Soave alla Abbazia di
Cavour. Tra queste quattro chiese vi era quella di Missione.
Essa rimase sotto il controllo dei monaci di Cavour sino al 1315 quando l'abate don Ruffino, per mancanza di monaci officianti, la restituiva al vescovo di Torino.
Gli affreschi che impreziosiscono la Cappella risalgono al 1430.
Quelli della parete di fondo portano la firma di Dux-Aimo (Aimone Duce) ed al medesimo artista vengono attribuiti i dipinti della parte di sinistra ed i Santi della parete di destra, fascia bassa. Mentre i dipinti testé citati non sono datati, i restanti recano la data del 1474, e sono di attribuzione incerta. Il committente di questi ultimi, è un certo Giulio De Giuli, mercante in Villafranca Piemonte.
Nei primi anni del 1700 la chiesa subì una trasformazione perché fu aggiunta la sacrestia e rifatto il campanile, abbattuto l'antico tetto con grave danno per gli affreschi sottostanti, aperta una porta e murate le due finestre ai lati dell'altare. Venne costruito un nuovo altare con il risultato di non permettere più una visione completa dell'affresco della deposizione di Cristo.
Come si è detto, I1mportanza della chiesa è dovuta ai suoi affreschi. Partendo dall'esterno troviamo sulla facciata "L'Annunciazione", ai Iati della porta d'entrata San Rocco ed una Santa quasi del tutto scolorita e sulla parete destra San Cristoforo. All1nterno invece sulla volta della Chiesa, nelle 4 vele, separati da costoni, vi sono i 4 evangelisti, Luca, Marco, Matteo e Giovanni seduti in cattedre gotiche con i loro simboli intenti ad attività connesse con la scrittura dei Vangeli. Sulla parete centrale di fondo, dall'alto, appaiono "l'Annunciazione", "l'Arcangelo Gabriele" ed il "Santo Sepolcro" (11 persone con sul volto I1ntenso dolore per la morte del Cristo).
Sul lato destro dell'altare, vi è la venerata Madonna di Missione, detta la Madonna del Latte. Sulla parete destra in alto vi sono invece la Vergine e San Giulio con il committente degli affreschi Giulio De Giuli.
Ma è la lunetta della parete sinistra che ospita gli affreschi di maggior valore attribuiti alla mano di Aimone Duce tra cui la famosa "Processione dei Vizi e delle Virtù". La rappresentazione è divisa in tre piani dominati dalla figura di Cristo; nel primo ripiano, troviamo sette donne dedite a viarie attività simbolo delle sette virtù teologali, da sinistra a destra: la Laboriosità, la Letizia, la Temperanza, la Carità, la Castità, la Liberalità e l'Umiltà.
Nel reparto sottostante invece, sette donne a rappresentare i sette vizi capitali, legate tra loro da una grossa catena, ciascuna a cavalcioni di un mostruoso animale e fiancheggiata da un demone che la tormenta: l'Accidia, 11ra, la Gola, 11nvidia, la Lussuria, l'Avarizia e la Superbia. Nel reparto inferiore sono rappresentati cinque Santi. Da sinistra a destra l'Arcangelo Michele, Sant'Andrea, San Bernardo, Sant'Antonio Abate e San Costanzo.
Sulla parete esterna di sinistra della cappella è murata una pietra che la leggenda vuole
miracolosa, in quanto nel medioevo, durante una carestia, da questa pietra pare colasse un olio commestibile.
Da notare, sulla parete centrale di fondo, la firma del pittore Dux - Aimo, che si può vedere sul praticello alla sinistra del ruscello che esce da Nazareth, alle spalle dell'Annunziata.